Conclusione

Le pitture Zen realizzate da dilettanti in campo artistico o da adepti che non hanno ancora raggiunto l’illuminazione, sono utili soprattutto a chi le crea, ma anche quando riescono ad essere suggestive, ben fatte, semplici eppur ricche di significato, non sempre possiedono un reale valore artistico né capacità di rivelazione. Le opere dei grandi maestri invece, che vennero eseguite da artisti che non erano solo dotati di spiccato talento naturale ma che avevano anche raggiunto l’illuminazione nel corso della loro vita, riescono ad essere capolavori che parlano direttamente all’anima; a differenza delle pitture amatoriali infatti, non sono semplici esercizi, non si tratta qui soltanto di far prendere forma sulla carta all’energia che si riesce a cogliere grazie alla pratica della meditazione, e non si tratta neppure dell’ispirazione di un attimo, in cui chi dipinge tenta di liberare la propria mente da tutti i vincoli che ne trattengono l’infinità: i capolavori dei grandi maestri raffigurano una chiara realizzazione dell’essenza della vita, nascono dal desiderio, dalla necessità (anche se questi non sono i termini più appropriati, dal momento che la mente dell’illuminato è senza desideri né bisogni) di chi ha raggiunto il satori, di comunicare agli altri uomini la propria illuminazione; sono un gesto di compassione, amore, umanità; sono uno strumento prezioso per chiunque desideri avvicinarsi ai misteri di questa filosofia che rasserena l’esistenza.

Il Rotolo lungo delle quattro stagioni di Sesshu, a me comunica queste verità spirituali: passeggiare per i monti senza altro scopo se non godere della bellezza che la natura ci regala, è metafora di vivere serenamente l’esistenza come uomini su questa terra; il susseguirsi ciclico delle stagioni ci fa amare lo scorrere del tempo e rasserena la tristezza per la scomparsa delle cose ai nostri occhi; non c’è grande differenza tra questo paesaggio dipinto e quello in cui abitiamo, che possiamo toccare ogni giorno attorno a noi, poiché tutto è illusione, così come tutto partecipa del grande respiro: io che osservo sono allo stesso tempo anche il tratto di pennello tracciato tanto tempo fa su questa carta.

Sicuramente un adepto Zen riuscirà a trovare altri mille significati per cui amare questo genere di opere d’arte, e sarebbe bellissimo poterli conoscere tutti… ma da secoli esistono segreti che sono stati tenuti in serbo unicamente per chi decida di intraprendere, seriamente, il duro cammino della formazione come monaco di questa “religione per tutti e per nessuno”, e da profana occidentale non posso certo pretendere di penetrare tali misteri! Da appassionata di arte però, posso godere di questo straordinario capolavoro e stupirmi del fatto che non sia celebre in tutto il mondo. Sono fermamente convinta che l’arte potrebbe salvare l’umanità se per mezzo di essa riuscissimo a comprendere che in ogni epoca e dovunque nell’intero pianeta il cuore dell’uomo non conosce confini. Mi piacerebbe se un giorno l’Italia riuscisse ad essere meno conservatrice dal punto di vista della storia dell’arte, e fosse più aperta ad apprezzare il patrimonio culturale del resto del mondo: viviamo un’epoca in cui le distanze sono sempre più irrilevanti e trovo sia assolutamente fuori luogo continuare a promuovere unicamente la cultura nazionale.

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