Modelli di Sesshū

Come molti pittori cinesi di varie epoche, Sesshu, che dedicò la sua vita ad importare in Giappone la cultura del continente, si rifaceva al grande Xia Gui, artista che visse in Cina nel XIII sec. sotto l’impero dei Song meridionali, specialista nel realizzare bellissimi paesaggi con pochi tratti essenziali e pennellate decise, ed uno tra i primi ad utilizzare come supporto la carta anziché la seta, dando origine ad un nuovo stile di pittura, meno morbido ma molto più chiaro, preciso e dettagliato. Sicuramente, quando dipinse il Rotolo lungo delle quattro stagioni, Sesshu aveva in mente le opere di Xia Gui, ed in particolare il suo capolavoro intitolato Veduta pura e remota di fiumi e montagne, rotolo di paesaggio lungo nove metri oggi conservato al National Palace Museum di Taipei; ma non solo: non dobbiamo dimenticare che Sesshu si recò in Cina nel 1467, e che quindi ebbe modo di vedere molte opere di altri artisti cinesi che si ispiravano al grande maestro. Secondo Shimao Arata[1] tra tutti questi artisti, quello che colpì maggiormente Sesshu e a cui egli si ispirò per questa opera in particolare fu Dai Jin (1388-1462), pittore dotato di grande talento ed abile nell’utilizzo di diverse tecniche, che fondò la famosa scuola Zhe, che pur continuando idealmente lo stile di Xia Gui aggiunse a quel modello classico un po’ di vigore, rudezza, realismo. Di certo Sesshu, il cui stile, che non veniva considerato ortodosso nella raffinata Kyoto, era in verità molto simile a quello di questa scuola, quando scoprì Dai Jin ed i suoi discepoli fu molto contento che la sua arte potesse vantare un prestigioso antecedente cinese, grazie al quale finalmente essere in grado di considerarsi un grande pittore nonostante la diffidenza dei suoi connazionali.

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[1] Cfr. Shimao Arata Sesshu no “sansui chokan” fukei emaki no sekai de asobo!, cit., pag 94ss


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